I DUE COMANDAMENTI DELL’AMORE SONO INDIVISIBILI

cuore con ali

Attualmente, si parla tanto dell’amore per il prossimo, ma ci si dimentica che il nostro primo dovere è amare Dio!

Il primo e più grande comandamento è: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti”; e solo dopo viene il secondo: “amerai il prossimo tuo come te stesso”!

Nessuno può amare il prossimo nel modo giusto se prima di tutto non ama Dio nel modo giusto, e nessuno può amare Dio nel modo giusto se poi rifiuta di fare del bene al prossimo.
Questi due Comandamenti sono indivisibili, come due ali; senza di essi, o anche senza uno solo di essi, nessuno è “buono” e nessuno può arrivare a Dio, in Paradiso!

Attualmente, sono molti i cristiani che credono di potersi salvare facendo soltanto qualche preghiera o limitandosi ad andare a Messa la Domenica, ma senza fare del bene al prossimo. Essi dimenticano quanto ha detto S. Giovanni: “Come può amare Dio che non si vede, chi non ama il prossimo che vede?”
Molti altri, che sono la stragrande maggioranza, credono invece di potersi salvare trascurando i doveri verso Dio e facendo soltanto qualche opera buona. Essi dimenticano quanto ha detto Gesú: “Chi ama il padre o la madre, il marito o la moglie o i figli piú di me, non è degno di me” (Mt. 10, 37).

Il vero amore del prossimo deriva solo dal perfetto amore di Dio; infatti, solo chi ama Dio in modo corretto (Preghiera assidua, Santa Messa ogni domenica, Confessione frequente e santa Comunione frequente, unite alla nostra buona volontà e alla fuga dalle occasioni) riceve da Dio stesso gli aiuti necessari per amare il prossimo in un modo che diventa via via sempre più puro; diversamente, si tratta di sentimenti inquinati – in maniera più o meno grave a seconda dei casi – dall’egoismo, o dalla vanità, o dal narcisismo, o dalla mancanza di lucidità tipica di chi abusa di alcool, droghe o del gioco (slot, gratta e vinci, scommesse,…), o da un desiderio di possesso, o da un mero desiderio di appagamento sessuale (innescato sopratutto dalla pornografia, a causa della quale chi ci sta di fronte viene visto come un semplice “oggetto sessuale”, usa e getta), o da un affetto romantico privo di un reale ed efficace contenuto (gli innamorati dell’amore, che quando devono assumersi delle responsabilità, fuggono); oppure, si tratta di filantropia atea.

La purezza nei fidanzati è una delle massime espressioni di “amore puro”; infatti, per due persone che si amano, domare il desiderio sessuale per non infrangere il 6° Comandamento e non offendere Dio richiede un enorme sforzo di volontà. Molto spesso è un percorso caratterizzato da varie cadute. Ma per gli innamorati che vivono in Grazia di Dio non è impossibile migliorare giorno dopo giorno perché sarà Dio stesso a dare loro una mano, attraverso i Sacramenti della Confessione e della Santa Comunione.

Se ciò che proviamo per il prossimo è vero amore esso risale immediatamente verso Dio e ciò viene dimostrato dall’osservanza di tutti i Comandamenti, nella Carità.

SENZA LA CARITA’ LE OPERE BUONE CHE FACCIAMO PERDONO OGNI VALORE E MERITO PER LA VITA ETERNA.

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La Carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa “per se stesso” (ossia, perché ne riconosciamo l’infinita Bontà e le infinite perfezioni), e, di conseguenza, il nostro prossimo come noi stessi, per amore di Dio.
La Carità, quando autentica, osserva i Comandamenti di Dio e del suo Cristo!

Quindi, vivere nella Carita’ significa impegnarsi, con l’aiuto della Grazia, a rispettare tutta la Legge di Dio e, contemporaneamente, significa impegnarsi a compiere diligentemente i doveri del proprio stato di vita mettendo al servizio degli altri, con modestia e gratuità, i propri beni, le proprie virtù ed i propri talenti.

San Paolo ci mette in guardia dall’illusione di potersi salvare senza mettere Dio (ed i suoi Comandamenti) al primo posto, e da quella filantropia atea che oggi viene tanto osannata, ma dietro alla quale molto spesso (ed è ampiamente dimostrato) si nascondono proprio i nemici di Dio, della Verità e del Bene Comune (essi, infatti, da ipocriti quali sono, se da un lato per guadagnarsi la stima e la fiducia dall’opinione pubblica si presentano come “paladini della giustizia” e “difensori della causa degli ultimi e degli emarginati”, dall’altro approvano pubblicamente, promuovono e/o finanziano campagne a favore della liberalizzazione della droga, o del vizio legalizzato, o dell’aborto, o dell’eutanasia, o del divorzio, o del sesso libero, o delle unioni civili, o dell’ideale LGBT, ecc..):

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la Carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova” (1 Cor, 13).

Gli atei, gli apostati e i filantropi(atei) anche se dovessero compiere migliaia di opere buone nei confronti del prossimo, non si salveranno se si ostineranno sino alla fine nella loro incredulità e nella loro ribellione ai Comandamenti di Dio (leggi qui)!

Infatti, è Verità infallibile che per salvarsi è necessario morire in grazia di Dio, senza peccati mortali sulla coscienza; e sia l’ateismo che l’apostasia (l’abbandono della Verità dopo averla conosciuta) sono peccati gravissimi a causa dei quali l’essere umano si separa dall’amore di Dio e si auto-condanna all’Inferno! (leggi qui)