IL PURGATORIO

Purgatorio
«Coloro che muoiono nella Grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, a una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del Cielo” CCC 1030 – 1031

Il Purgatorio descritto da Santa Faustina Kowalska:
“Vidi l’Angelo Custode, che mi ordinò di seguirlo. In un momento mi trovai in un luogo nebbioso, invaso dal fuoco e, in esso, una folla enorme di anime sofferenti. Queste anime pregano con grande fervore, ma senza efficacia per se stesse: soltanto noi le possiamo aiutare. Le fiamme che bruciavano loro, non mi toccavano. Il mio Angelo Custode non mi abbandonò un solo istante. E chiesi a quelle anime quale fosse il loro maggior tormento. Ed unanimemente mi risposero che il loro maggior tormento è l’ardente desiderio di Dio. Scorsi la Madonna che visitava le anime del purgatorio. Le anime chiamano Maria «Stella del Mare». Ella reca loro refrigerio. Avrei voluto parlare più a lungo con loro, ma il mio Angelo Custode mi fece cenno d’uscire. Ed uscimmo dalla porta di quella prigione di dolore. Udii nel mio intimo una voce che disse: «La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia»”.

PERCHE’ IL PURGATORIO

Tutti coloro che qui su questa terra si sono impegnati a fare la volontà di Dio, ma imperfettamente; o hanno vissuto sempre nel peccato, e per Grazia di Dio, si sono pentiti di averlo offeso almeno in punto di morte; andranno nell’Ospedale di Dio, che è il Purgatorio, per guarire da tutti i difetti spirituali (superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, pigrizia o accidia), ed essere in grado di godere della visione di Dio e della compagnia dei Santi.

Se non esistesse il Purgatorio e dovessimo andare il Paradiso con tutti i difetti che abbiamo, il Paradiso cesserebbe di essere il luogo della suprema felicità e diventerebbe la brutta copia della Terra!

Le pene del Purgatorio sono così forti e intense, che nessun uomo sarà mai capace con la sua piccola mente di comprenderne la durezza. I paragoni e le immagini più vive non possono darcene che una sbiadita figura. San Tommaso d’Aquino, che è sempre così misurato nelle sue parole, dice che “la più piccola pena del Purgatorio sorpassa senza misura la più grande pena di questa vita”.

Nel Purgatorio, così come nell’Inferno, vi è una doppia pena: quella del senso e quella del danno.
1) La pena del senso consiste in tormenti sensibili prodotti da un fuoco, la cui misteriosa potenza fa soffrire l’anima come se avesse il corpo.
2) La pena del danno, invece, consiste nella temporanea separazione da Dio.

Col peccato, anche veniale, l’anima si lascia trascinare o si rivolge volontariamente alle creature, e si allontana e volta le spalle a Dio, suo Creatore. Per questo, per punizione, nel Purgatorio Dio la tiene forzatamente lontana da sé, mentre lei sente più che mai potente il bisogno di unirsi a Lui, centro del suo amore e della sua felicità.
Adesso, su questa terra, imprigionati nella materia dei nostri corpi, non possiamo comprendere profondamente che cosa vuol dire per un’anima, priva del corpo, essere separata da Dio.
Tuttavia, riflettendoci un poco, possiamo intravedere qualche cosa.
Infatti chi è Dio? Dio è la verità, è la sorgente della felicità, è la perfezione infinita, è il centro di attrazione di tutte le anime. In altre parole, Dio è l’essere infinitamente perfetto per il quale siamo stati creati, al quale l’anima nostra tende necessariamente come a suo centro.
Egli soltanto può soddisfare tutte le sue brame, appagare tutto il suo essere, tutte le sue facoltà.
Ebbene, finché l’anima è imprigionata nel corpo, non sente in tutta la sua forza questo bisogno di Dio, questa attrazione verso di Lui. La materia che la circonda le impedisce di conoscere perfettamente la bellezza, la bontà, il suo amore infinito, le perfezioni infinite di Dio.
Ma appena essa sarà liberata dal corpo, abbraccerà con un solo sguardo il Bene infinito che è Dio, sentirà potentemente di essere fatta per Lui, per vederlo, possederlo, goderlo, per amarlo eternamente.
Quindi si sentirà attratta a Lui con una forza irresistibile, con una potenza che nessuno potrà mai moderare o estinguere.
Allora l’anima si slancerà naturalmente verso questo abisso di felicità dove troverà la sua pace, la soddisfazione di tutte le sue esigenze.
Ed ecco, quindi, la pena più grande del Purgatorio: mentre l’anima sente il bisogno potente e irresistibile di unirsi a Dio, Dio invece l’allontana perché macchiata di colpa, quindi le impedisce di possederlo, di goderlo, di partecipare alla sua felicità infinita, e per giusta punizione la rinchiude in un carcere tormentoso dove essa dovrà soffrire immensamente tormentata dal desiderio di unirsi al Bene Assoluto che ardentemente desidera.
Questo è il tormento che supera ogni altro tormento e che purifica l’anima purgante.

Quanto tempo dureranno le pene del Purgatorio? La durata della permanenza nel Purgatorio non è uguale per tutte le anime, perché dipende dalle pene da espiare. In questa vita predomina la Misericordia di Dio, nell’aldilà predomina la sua Giustizia.
Su questa terra con poco possiamo espiare molto, nel Purgatorio invece con molto si espia poco.
Quindi, per certe anime, la permanenza in Purgatorio potrà essere davvero molto lunga; sopratutto per coloro che si convertono in punto di morte.

I suffragi per le Anime del Purgatorio. Noi, su questa terra, abbiamo la possibilità di venire in aiuto delle anime rinchiuse nel Purgatorio, affinché le loro pene siano alleviate e abbreviate. E’ verità di Fede. Ed è il miglior atto d’amore che possiamo fare ai nostri cari defunti!

Noi possiamo aiutare le Anime del Purgatorio con la preghiera, con le indulgenze, con opere di carità, con qualunque opera buona applicata a loro suffragio. Il mezzo però più efficace è la S. Messa. Quando essa viene celebrata in suffragio delle Anime del Purgatorio, è Gesù stesso che si sacrifica per loro sull’altare.

Possiamo diminuire o evitare la nostra permanenza in Purgatorio. A questo punto non va dimenticato che noi possiamo purificarci in terra prima di morire, e non è escluso il caso di chi, accogliendo con pazienza certe prove della vita, possa raggiungere direttamente il Cielo senza passare per il Purgatorio.
Inoltre conviene riflettere che mentre in Purgatorio ci si può solo purificare, sulla terra invece le preghiere, le opere buone, le sofferenze accettate, oltre ad essere purificatorie, sono anche meritorie e quindi fonte di maggior gloria e felicità in Paradiso.
La terra dunque può sostituire il Purgatorio, o almeno farcelo abbreviare. Purtroppo in terra la maggior parte dei cristiani non vuol sapere di sofferenze e di mortificazioni volontarie per espiare i propri peccati. Molti anzi si lamentano e non sono affatto rassegnati alle croci quotidiane. Di bene ne fanno poco e quel poco è fatto con negligenza.
Inoltre si commettono con molta frequenza peccati veniali e difetti di ogni specie e non si fa alcuno sforzo per evitarli o diminuirli. Ebbene riflettiamo che se non vogliamo diminuire ed espiare le nostre colpe su questa terra, bisognerà poi rassegnarsi a lunghe e dolorose sofferenze nel Purgatorio.

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