LA PUREZZA NEGLI SPOSATI

Approfondimento alla Catechesi: “Essere casti è possibile?! Si, ed è anche necessario!” 

di Padre Raimondo Marchioro
(Francescano conventuale)

La purezza negli sposati

1 – Un uomo e una donna, battezzati ambedue (o uno battezzato e uno no) con la debita dispensa (can. 1086), che celebrano un valido matrimonio religioso secondo le norme canoniche, sono sposati (coniugi), uniti da un vincolo perpetuo ed esclusivo con il fine del mutuo aiuto e della procreazione ed educazione della prole (cfr. Cann. 1055 e 1056).

2 – Un uomo e una donna battezzati, che celebrano il matrimonio solo civile, compiono un atto solo civile, davanti alla Chiesa però non sono sposati (coniugi), ma concubini e, pertanto, non ricevono nessun sacra mento, essi sono uniti solo da un vincolo civile. Potranno essere veramente sposati (coniugi) solo quando celebreranno il matrimonio religioso canonico.

3 – Un uomo e una donna, non battezzati, che celebrano un valido matrimonio civile, secondo le norme dello Stato, pur non ricevendo il sacramento, sono sposati (coniugi) legittimamente e cioè sono uniti da un vincolo perpetuo ed esclusivo con il fine del mutuo aiuto e della procreazione ed educazione della prole e ciò in forza ed esigenza del diritto naturale.

4 – Agli sposati, per quanto riguarda la purezza, è lecito l’atto coniugale, purché sia compiuto in modo umano (Conc. Vat. II, Gaudium et Spes, 49; can. 1091 par. 1) e sia sempre aperto alla vita.
L’atto coniugale è compiuto in modo umano quando i due coniugi godono attualmente dell’uso di ragione e quando il seme viene versato dentro la vagina oltre l’imene.

5 – Agli sposati è lecito l’atto coniugale anche quando è certo che non potrà avvenire, in alcun modo, la concezione.

6 – Agli sposati, in unione con l’atto coniugale come preparazione e come complemento, sono sempre lecite anche tutte le altre qualsiasi manifestazioni amo rose e sensuali, purché il seme sia versato dentro la vagina. Non è peccato, però, se, improvvisamente, senza intenzione, arrivasse la polluzione, ma rimane l’obbligo di evitare di mettersi in occasione prossima di pervenire a questo punto. E colpa grave invece se è voluta liberamente.

7 – Agli sposati, anche quando essi non vogliono o non possono compiere l’atto coniugale, sono lecite certe manifestazioni di amore e certe sensualità, pur ché sia sempre evitato di mettersi in occasione prossima di arrivare alla polluzione.

8 – Se la moglie nell’atto coniugale non riesce ad avere la piena soddisfazione, essa stessa (o con l’aiuto del marito) può procurarsela con toccamenti, immediatamente prima o dopo la copula come preliminari o complemento dell’atto coniugale.
La stessa cosa invece non è lecita al marito, perché il fare questo sarebbe una vera e propria masturbazione; si determina una dispersione del seme fuori dalla vagina, frustrando così un’eventuale concezione e per ché in questo caso non si verifica nessun completamento del coito, poiché precedentemente non c’è stato nessun vero atto coniugale.

9 – I coniugi, che per valide ragioni: familiari, economiche, sociali, ambientali, ecc., ritengono di non procreare, devono astenersi dall’ atto coniugale oppure servirsi dei metodi anticoncezionali naturali. Non sono mai leciti i metodi anticoncezionali artificiali: meccanici, chimici, ecc. Se poi, inaspettatamente, pur usando i metodi naturali o quelli artificiali, avvenisse lo stesso la gravidanza, allora non è mai lecito, per nessuna ragione, anche grave, procurare l’aborto, perché questo è un autentico omicidio di un innocente ed è un peccato gravissimo a cui è annessa anche la scomunica (can. 1398), come è stato già detto. (Cfr. Giovanni Paolo Il, “Evangelium vitae”, nn. 58-63).
E lecito procurare l’aborto solo indirettamente quando, per salvare la madre gravemente ammalata, le si amministra una medicina o si effettua in lei un intervento chirurgico, che produce, da una parte, la guarigione della paziente e dall’altra la perdita del feto. Tale modo di agire è giustificato perché si fonda sul principio morale dell’azione con doppio effetto, uno buono e uno cattivo.

10 – Il debito coniugale, cioè il dovere di prestarsi per compiere l’atto coniugale (coito – copula), è un obbligo grave per ciascuno dei due coniugi. Esistono tuttavia delle cause che possono scusare dal non prestare il debito coniugale. Vengono citate qui di seguito:
I. nel caso di adulterio dell’altra parte;
II. nel caso che il marito trascuri, in forma grave, il proprio matrimonio, è urgente l’avvio di accurati accertamenti e, solo dopo aver sciolto il dubbio, dovere del mantenimento della moglie e dei figli;
III. nel caso che chi lo chiede sia privo dell’uso di ragione: per es. un demente o uno molto ubriaco, ecc.
IV. nel caso di richieste esagerate;
V. nel caso di grave pericolo per la salute o di grave incomodo per motivi, non ordinari o comuni, ma straordinari;
VI. nel caso che una delle due parti chieda di compiere l’atto coniugale in modo illecito. In tale circostanza esiste l’obbligo grave di negarlo.

11 – Agli sposati è proibito l’atto coniugale nelle seguenti circostanze:
I. quando l’atto coniugale è compiuto in modo tale per cui la procreazione è resa più difficile in forma grave;
II. quando esiste un grave pericolo per la salute di uno dei due coniugi o di entrambi.
III. quando si viene a conoscere, con certezza, che il proprio matrimonio è invalido;
IV. quando si dubita seriamente della validità del proprio matrimonio, è urgente l’avvio di accurati accertamenti e, solo dopo aver sciolto il dubbio, potrà essere lecito l’atto coniugale.
I coniugi devono tenere sempre presente che sposandosi non hanno sciolto il problema della castità nella vita cristiana, perché a loro è lecito l’atto coniugale, il “remedium concupiscentiae”, ma lo hanno piuttosto reso più complesso. La sensualità, infatti, più viene esercitata più forte fa sentire il suo stimolo. I coniugi, pertanto, devono fortificarsi contro le tentazioni impure ed usare quei mezzi che il Signore ha messo a nostra disposizione (leggi qui).

Il peccato che più facilmente porta all’inferno è l’impurità. Anche Satana, durante un esorcismo, dovette ammettere: “Tutti quelli che sono là dentro, nessuno escluso, ci sono con questo peccato o anche solo per questo peccato”. Qualche volta, se costretto, anche il diavolo dice la verità! Gesù ci ha detto: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5, 8). Ciò significa che gli impuri non solo non vedranno Dio nell’altra vita, ma neanche in questa vita riescono a sentirne il fascino, per cui perdono il gusto della preghiera, pian piano perdono la fede anche senza accorgersene e… senza fede e senza preghiera non percepiscono più per quale motivo dovrebbero fare il bene e fuggire il male. Così ridotti, sono attratti da ogni peccato. Questo vizio indurisce il cuore e, senza una grazia speciale, trascina all’impenitenza finale e… all’inferno.