LA PUREZZA NEI SACERDOTI E RELIGIOSI

Approfondimento alla Catechesi: “Essere casti è possibile?! Si, ed è anche necessario!” 

di Padre Raimondo Marchioro
(Francescano conventuale)

La purezza nei Sacerdoti.
I fedeli cristiani, accettando liberamente di essere al servizio di Gesù Cristo e dei fratelli, diventando chierici, ministri sacri, con l’Ordinazione diventano persone sacre (can. 266, par. I).
I sacerdoti, per libera scelta del loro stato, sono vincolati al celibato, che è un dono particolare di Dio mediante il quale i ministri sacri possono aderire più facilmente a Cristo con un cuore indiviso e sono messi in grado di dedicarsi più liberamente al servizio di Dio e degli uomini (Can. 277, par. I).
I sacerdoti, pertanto, sono tenuti ad osservare la castità perfetta, il che significa che essi devono astenersi non solo da un uso illegittimo del piacere venereo, ma anche da quello legittimo nel matrimonio, per la promessa fatta di conservare questo stato fino alla morte.
Il sacro celibato ecclesiastico è una libera scelta annessa all’Ordine Sacro. Chi, pertanto, desidera accedere al sacerdozio deve assumersi anche l’obbligo del celibato.
I sacerdoti, dunque, devono evitare i peccati impuri contro il sesto e nono comandamento, rispettando anche la pudicizia e la temperanza, per premunirsi contro le tentazioni.
Ogni peccato grave contro il sesto o nono comandamento, compiuto da un sacerdote, è anche un sacrilegio, perché viene profanata la sua persona, che, come abbiamo detto sopra, è sacra.
Il peccato impuro commesso da un sacerdote, inoltre, assume anche le altre malizie contenute nelle varie specie di impurità compiute. Così per es., un sacerdote, che pecca gravemente con una donna sposata, commette i seguenti peccati mortali:
1 – peccato contro il sesto comandamento: contro la castità in opere;
2 – peccato contro il nono comandamento: contro la castità in pensieri;
3 – peccato contro il primo comandamento: sacrilegio, profanazione di una persona sacra;
4 – peccato contro il settimo comandamento: contro la giustizia nei riguardi del marito della donna sposata;
5 – peccato contro il quinto comandamento: peccato di scandalo, inducendo altri a compiere il male.
“ Lo scandalo è grave (considerando l’oggetto) quando a provocano sono coloro che, per natura o per funzione, sono tenuti ad insegnare e ad educare gli altri” (C.C.C. 2285).
Ai sacerdoti (e ai vescovi evidentemente) si devo no unire anche i diaconi transeunti e permanenti celibi.
I diaconi permanenti coniugati, invece, devono osservare la purezza degli sposati — ricordando sempre che, con l’Ordinazione, sono diventati persone sacre — o dei vedovi, tenendo presente che ad essi sono proibite le seconde nozze.

La purezza nei Religiosi.
I fedeli cristiani, desiderosi di una maggiore perfezione, emettendo pubblicamente i voti di obbedienza, povertà e castità si obbligano all’osservanza dei tre consigli evangelici e così diventano religiosi, abbracciando un nuovo stato di vita.
Lo stato religioso, pur non appartenendo alla struttura gerarchica della Chiesa, è uno dei modi per segui re più da vicino Gesù Cristo e si radica nel battesimo. Non è uno stato intermedio tra lo stato clericale e quel lo laicale, ma da entrambe le parti alcuni fedeli sono
chiamati da Dio ad uno sviluppo della consacrazione battesimale (Conc. Vat. II, Lumen Gentium, n. 44; Per fectae Caritatis, n. i e 5 e C.C.C., 913 – 916).
I Religiosi, emettendo pubblicamente i voti in un Istituto Religioso, si consacrano completamente a Dio e diventano così persone sacre, acquistando diritti e doveri definiti giuridicamente (can. 654). Essi sono tenuti, fra l’altro, all’obbligo del celibato, di osservare cioè la castità perfetta e anche perpetua — quando verrà emessa tale professione — per il Regno dei Cieli. Essi, pertanto, devono astenersi non solo da un uso illegittimo del piacere venereo, ma anche da quello legittimo nel matrimonio, in ottemperanza al voto di castità.
I Religiosi, dunque, devono evitare i peccati impuri contro il sesto e nono comandamento, rispettando anche la pudicizia e la temperanza, per premunirsi contro le tentazioni.
Ogni peccato grave contro il sesto o nono comandamento compiuto da un Religioso, è anche un sacrilegio, perché con tale peccato viene profanata la sua per sona, che, come si è detto, è sacra.
Il peccato impuro commesso da un Religioso, riveste anche le altre malizie, a seconda della specie del peccato impuro compiuto.
Così per es., un religioso, che pecca gravemente con una donna sposata, commette i seguenti peccati mortali:
1 – peccato contro il sesto comandamento: contro la castità in opere;
2 – peccato contro il nono comandamento: contro la castità in pensieri;
3 – peccato contro il primo comandamento: sacrilegio, profanazione della sua persona sacra;
4 – peccato contro il secondo comandamento: violazione del voto di castità;
5 – peccato contro il settimo comandamento: violazione della giustizia nei riguardi del marito della donna sposata;
6 – peccato contro il quinto comandamento: peccato di scandalo inducendo una persona a compiere il male.