L’INFERNO: PENA SPROPORZIONATA?!

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Commesso il peccato, l’uomo non può più riparare l’offesa fatta a Dio perché tale offesa è infinita, mentre la riparazione che l’uomo è in grado di dare, essendo egli creatura, è finita, limitata. E allora l’uomo come può salvarsi? Nella Sua grande MISERICORDIA e GIUSTIZIA, Dio ha provveduto personalmente al pagamento per i nostri peccati, attraverso Suo Figlio (sia per il peccato originale, sia per i nostri peccati personali). La morte di Gesù è stata una morte dal valore infinito perché Egli è il Dio/Uomo infinito che paga il nostro debito di peccato infinito, in modo che noi non dobbiamo più pagarlo con un’eternità nell’Inferno (2 Corinzi 5:21).

L’Inferno: pena sproporzionata?! Prima di rispondere in maniera approfondita a questa domanda, rivediamo insieme quali sono le Verità che Dio ci ha Rivelato a proposito dell’Inferno:
-Dio perdona soltanto chi si pente;
-L’Inferno esiste ed è eterno;
-L’Inferno è la sorte di chi muore in peccato mortale (anche per un peccato mortale soltanto!);
-La condanna all’Inferno avviene subito dopo la morte;
-L’Inferno è una sofferenza terribile, soprattutto per la privazione di Dio.

Quando si parla oggi dell’Inferno, si viene generalmente messi in ridicolo, come se tutta la faccenda dell’Inferno fosse così tanto antiquata che solo gli ingenui e gli sprovveduti potrebbero ancora credere all’esistenza di un luogo simile.

Queste reazioni eretiche, comunque, non ci devono sorprendere più di  tanto: l’uomo naturale, infatti, non sopporta l’idea di dover rendere conto a Dio della propria cattiva condotta, perché ama il peccato e non ha alcuna intenzione di abbandonarlo; e la mente carnale, di conseguenza, scaglierà obiezione dopo obiezione contro l’idea dell’Inferno, questo perché ammattendo l’esistenza dell’Inferno dovrebbe anche ammettere di meritare tale condanna!

Ma a prescindere da tutte le obiezioni che i peccatori possano scagliare contro l’Inferno, attraverso le quali in definitiva prendendo in giro solamente se stessi, la terribile realtà dell’Inferno continuerà ad esistere, nei secoli dei secoli… e ad aspettarli a porte aperte!

Non a caso, ad un uomo che gli disse di non credere nell’ esistenza dell’Inferno, San Pio da Pietrelcina rispose fermamente: “Non ti preoccupare, ci crederai quando ci andrai!”.
A quante persone oggi il frate stigmatizzato di Pietrelcina direbbe le stesse parole…

12512358_601172270033524_3188680337007362587_nTutti i nemici della religione Cattolica, ed in particolare i razionalisti, si scagliano contro il Dogma (= Verità Rivelata da Dio) dell’Inferno perché lo considerano contrario alla ragione.
Essi affermano: “…ma non vi sembra che i tormenti eterni dell’Inferno sia incompatibili con un Dio misericordioso ed amorevole? Come potrebbe un Dio che è Amore, destinare qualcuno all’Inferno per tutta l’eternità!? Allora Dio è un “dittatore”… “.

Alla base di queste affermazioni c’è un incomprensione di fondo su tre questioni fondamentali: la natura dell’uomo, la natura di Dio, e la natura del peccato. Cercherò di fare un po’ di chiarezza; vi prego di leggere con attenzione:

Il peccato
Non ti servirò!

1)Dio ha creato l’uomo per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, per poi goderlo eternamente nell’altra in Paradiso; quindi, per la sua stessa natura di “creatura” (non solo creata, ma anche redenta dal Sacrificio di Gesù sulla Croce), l’uomo ha il gravissimo dovere di amare il suo Creatore e, contemporaneamente, di ubbidire alle Sue Leggi, che sono Leggi d’Amore.
Il peccato è la rottura di questo rapporto d’amore con Dio; è la ribellione della creatura alla Santissima Volontà del suo Creatore; con il peccato l’uomo nega la sua sudditanza a Dio; con il peccato l’uomo disonora Dio perché rifiuta la Sua Amicizia e la Sua Grazia, preferendogli invece se stesso, o un’altra creatura, o un piacere bestiale, o un oggetto, ecc…
Ma chi è l’uomo? S. Bernardo diceva: “l’uomo è un sacco di vermi e cibo di vermi, che tra breve l’han da divorare. L’uomo è un misero verme che non può niente, cieco che non sa veder niente, e povero e nudo che non ha niente!” Infatti, ogni cosa che esiste, ogni persona che esiste, ogni cosa che abbiamo, la nostra stessa vita, la nostra stessa intelligenza, tutte le nostre qualità, sono dono di Dio, e noi che facciamo?! Utilizziamo i suoi stessi doni per negare la sua esistenza, disonorarlo, offenderlo o bestemmiarlo!

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“Un Gesù che sia d’accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura. Una concezione del “Vangelo” dove non esista più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con il Vangelo biblico. Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole “lasciar correre” (Papa Benedetto XVI). Non ti illudere: Dio perdona soltanto chi si pente! 

2) Essendo uomini caduti e peccatori, ci è difficile comprendere profondamente la natura di Dio. La nostra tendenza comune è quella di vedere Dio come un “nonnino dalla lunga barba bianca”, tanto Amorevole, Buono e Misericordioso da farci sentire quasi autorizzati a trattarlo come un “bonaccione”. Facciamo molta attenzione!!! E’ certamente vero che Dio è Amorevole, Buono e Misericordioso, ma Dio ha anche altri attributi: infatti, in primo luogo è un Dio infinitamente SANTO ed infinitamente GIUSTO. Egli è talmente SANTO e GIUSTO che non può scendere a compromessi nemmeno con il più piccolo peccato! Non può minimamente accettare nemmeno il più piccolo peccato! Egli è un Dio la cui IRA (sdegno) brucia contro i peccatori ostinati, contro i malvagi, contro i disobbedienti e contro chi arreca del male agli altri suoi figli, soprattutto ai più deboli ed indifesi.
Egli non è solo un Dio d’Amore, ma è l’Amore stesso! Tuttavia la Bibbia ci avvisa che Egli odia ogni sorta di peccato (Proverbi 6:16-19) e che, anche se Egli è Misericordioso, c’è un limite alla sua misericordia: “Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino. Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare” (Isaia 55:6,7).

Ed è proprio a questo proposito che Sant’Alfonso M. de Liguori, Dottore della Chiesa (ed assieme a lui, tutti gli altri Santi), ha insistito tanto nel metterci in guardia: “Se Dio castigasse subito chi lo offende, certamente non verrebbe offeso come lo è ora. Ma poiché il Signore non castiga subito, i peccatori si sentono incoraggiati a peccare di più. E’ bene sapere però che Dio non sopporterà per sempre: come ha fissato per ogni uomo il numero dei giorni della vita, così ha fissato per ognuno il numero dei peccati che ha deciso di perdonargli: a chi cento, a chi dieci, a chi uno. Quanti vivono molti anni nel peccato! E se la ridono dell’Inferno! Ma quando termina il numero delle colpe fissato da Dio, sono colti dalla morte e vanno all’inferno! “
Ed ancora: “I peccatori ricevono tante chiamate da Dio, ma le ignorano, se ne scordano e continuano ad offenderlo; ma Dio non se ne scorda! Egli conta una ad una le Grazie che ci dispensa, così come conta anche i peccati che noi facciamo; onde allorché giunge il tempo da Dio determinato Egli ci priva delle sue Grazie, e mette mano ai castighi” …

Infine, per farcene meglio un idea, vi invito ancora una volta a leggere cosa ha detto Gesù stesso, a Santa Faustina: “Scrivi: sono tre volte santo ed ho orrore del più piccolo peccato. Non posso amare un’anima macchiata dal peccato, ma quando si pente, la Mia generosità non ha limiti verso di lei. La Mia Misericordia l’abbraccia e la perdona. Con la Mia Misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade ed il Mio Cuore gioisce quando essi ritornano da Me. Dimentico le amarezze con le quali hanno abbeverato il Mio Cuore e sono lieto per il loro ritorno. Dì ai peccatori che nessuno sfuggirà dalle Mie mani. Se fuggono davanti al Mio Cuore Misericordioso, cadranno nelle mani della Mia Giustizia. Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per Me. Scrivi che parlo loro con i rimorsi di coscienza, con gli insuccessi e le sofferenze, con le tempeste ed i fulmini; parlo con la voce della Chiesa, e, se rendono vane tutte le Mie grazie, comincio ad adirarMi contro di essi, abbandonandoli a se stessi e dò loro quello che desiderano”. (1728)

infinito3) Il peccato è una offesa infinita fatta dall’uomo a Dio, l’Essere Infinito ed Eterno.
Insegna San Tommaso d’Aquino che la gravità di una colpa si misura dalla dignità della persona offesa.
Un esempio. Un tizio dà uno schiaffo a un suo compagno, il quale, per reazione, glielo ricambia e tutto finisce lì. Ma se lo schiaffo viene dato al Sindaco della città, tizio verrà condannato, per esempio, a un anno di carcere. Se poi lo si dà al Prefetto, o al Capo del Governo o dello Stato, questo tizio verrà condannato a pene sempre maggiori, fino alla pena di morte o all’ergastolo. Perché questa diversità di pene? Perché la gravità dell’offesa si misura dalla dignità della persona offesa.
Orbene quando noi commettiamo un peccato grave, Colui che viene offeso è Dio l’Essere Infinito, la cui Santita’ e Dignità sono infinite, quindi il peccato è un’offesa infinita!
E per un offesa infinita, la Giustizia di Dio esige una pena infinita: ecco spiegata quindi l’eternità dell’inferno!

Anche se alle nostre menti limitate sembra che il nostro peccato sia limitato nel tempo, per Dio, che è fuori dal tempo, il peccato che noi abbiamo commesso (e di cui Egli prova orrore) dura per sempre; mi spiego meglio: se non ci pentiamo e non ci confessiamo, il nostro peccato rimarrà eternamente di fronte a Dio e dovrà essere eternamente punito, per poter soddisfare la Sua infinita Giustizia.
Se Dio desse una punizione FINITA a coloro che hanno commesso contro di Lui una colpa INFINITA, allora Egli non sarebbe più un Dio GIUSTO, ma INGIUSTO!
Se Dio distruggesse o annichilisse il peccatore, oppure se Dio dopo un po’ di tempo togliesse dall’Inferno i peccatori, sarebbe ingiusto, perché avrebbe dato una punizione FINITA a coloro che hanno commesso una colpa INFINITA, ed il peccato in questo modo trionferebbe sulla sua GIUSTIZIA.
Ma siccome l’Eterno è un Dio Giusto, proprio in virtù di ciò deve punire coloro che hanno commesso una COLPA INFINITA con una punizione INFINITA.

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4) Possiamo comprendere ancora più profondamente l’infinita gravità del peccato mortale se consideriamo il sublime capolavoro di MISERICORDIA e di GIUSTIZIA che è il Mistero dell’Incarnazione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Commesso il peccato, l’uomo non può più riparare l’offesa fatta a Dio perché tale offesa è infinita, mentre la riparazione che l’uomo è in grado di dare, essendo egli creatura, è finita, limitata. E allora l’uomo come può salvarsi? Nella Sua grande MISERICORDIA e GIUSTIZIA, Dio ha provveduto personalmente al pagamento per i nostri peccati, attraverso Suo Figlio (sia per il peccato originale, sia per i nostri peccati personali). La morte di Gesù è stata una morte dal valore infinito perché Egli è il Dio/Uomo infinito che paga il nostro debito di peccato infinito, in modo che noi non dobbiamo più pagarlo con un’eternità nell’Inferno (2 Corinzi 5:21).
Se confessiamo i nostri peccati e mettiamo la nostra fede in Cristo, chiedendo a Dio di perdonarci sulla base del sacrificio di Cristo, allora saremo salvati, perdonati e ci verrà data la promessa della vita eterna in Paradiso. Dio ci ha amati così tanto da provvedere un mezzo per la nostra salvezza, ma se rifiutiamo questo Suo dono di vita eterna, pagheremo le conseguenze eterne della nostra scelta.

Principi fondamentali della Passione di Cristo:
• Dio poteva salvare l’umanità senza la passione di Gesù Cristo. Potenza e Sapienza infinita, a Dio non potevano mancare tanti altri modi. Inoltre Dio avrebbe potuto concedere all’uomo peccatore pentito, il perdono e la grazia, senza ledere la sua giustizia.
• Dio scelse la Passione e Morte di Cristo, mosso solo dalla sua Giustizia e dalla sua Misericordia:
dalla sua Giustizia, perché, per mezzo della passione di Cristo, diede una soddisfazione completa all’offesa infinita, e fece comprendere all’uomo l’offesa infinita che gli arreca il peccato;
dalla sua Misericordia, perché all’uomo, impotente a soddisfare il suo peccato, Dio mandò un sostituto, affinché soddisfacesse il debito infinito dell’uomo.

Per approfondire: Il Valore della passione di Cristo (leggi qui)

Linea grigiaSE DIO E’ AMORE, COME PUO’ CONDANNARE ALLA PENA ETERNA UNA SUA CREATURA?

Gesu salva
“Prendi la mia mano!”

Questa domanda, che tanti si pongono, è tanto ad effetto quanto radicalmente falsa.
Dio non condanna nessuno alla pena eterna, anzi ha fatto e continua a fare di tutto affinché nessuno si danni. Tanto è vero che ha accettato di veder morire in Croce il suo dilettissimo Figlio per la salvezza di tutto il genere umano.
Ma la salvezza, operata una volta per tutte da Gesù sulla Croce, non agisce automaticamente: richiede la collaborazione dell’uomo. E’ una salvezza gratuitamente offerta, ma non imposta!
Pur avendo permesso l’Eterno Padre che Gesù pagasse per tutti, Egli non salva chi non vuole essere salvato! Rispettando in sommo grado la libertà data all’uomo, il Signore accetta perfino di vedere l’uomo perduto per sempre, per effetto di una libera scelta umana, ma non tocca la libertà che ha dato alle sue creature.
In proposito la Sacra Scrittura ci dice: “Il Signore da principio creò l’uomo e lo lasciò in balia del suo proprio volere. Perciò, figlio dell’uomo, se tu vuoi osserverai i Comandamenti, e dipende solo dalla tua volontà rimanere ad essi fedele. Il Signore ti ha posto davanti il bene ed il male; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti all’uomo c’è la vita e la morte, ognuno avrà quello che sceglie” (Siracide 15, 14-17).
Perciò non è Dio che condanna ad una pena eterna. Dio non può volere il male perché è infinitamente buono; ma è l’uomo che, rifiutando Dio, si condanna da sè.
E’ l’uomo che, nella sua libertà, si rovina con le sue stesse mani dicendo “no” a Dio ed alla Sua Legge d’amore.
E’ il dannato perciò che “costringe” Dio a dirgli: “Và via da Me!”. Ed il Signore, che rispetta la libertà di tutti, non fa altro che confermare la libera scelta del dannato (o dei demòni) che hanno scelto di rifiutarlo e di odiarlo per tutta l’eternità…
Tra il peccato del demoni, però, e quello dell’uomo c’è una differenza enorme. La ribellione dell’uomo (composto di spirito e corpo) partecipa dell’instabilità della nostra condizione terrena, molto influenzabile da falsi beni: oggi offendiamo Dio, domani ci pentiamo e ritorniamo a Lui, proprio perché ci troviamo nella fluidità del tempo.
L’angelo invece (puro spirito senza corpo) non è soggetto a mutabilità. La scelta della sua volontà è immutabile, irrevocabile: Satana ha scelto la ribellione a Dio, egli non si pentirà mai del suo peccato.
Quello che è accaduto all’angelo ribelle accadrà purtroppo anche all’umo che si ostina nel suo peccato fino all’ultimo istante della sua vita terrena, perché, uscito con la morte, dalla mutevolezza del tempo, entrerà nell’immutabilità eterna.
Quindi, non è il Signore che rifiuta le sue creature (siano esse i dannati o i demòni), ma sono esse che rifiutano ostinatamente Dio. E’ il terribile dramma della libertà umana…
Un giorno Gesù, dopo aver mostrato l’Inferno a Suor Benigna Ferrero, anima mistica morta in concetto di santità, le diceva: «Vedi, Benigna, quel fuoco! (visione dell’Inferno) Sopra a quell’abisso io ho steso, come un reticolato, i fili della mia Misericordia, perché le anime non vi cadano dentro. Quelle però che si vogliono dannare, vanno lì per aprire con le proprie mani quei fili e cadere dentro e una volta che vi sono dentro neppure la mia bontà le può salvare. Queste anime sono inseguite dalla mia misericordia molto più di quanto sia inseguito un malfattore dalla polizia, ma esse sfuggono alla mia misericordia!».

Per concludere, e per meglio comprendere l’infinita Misericordia di nostro Signore Gesù Cristo, clicca sull’immagine che segue ed ascolta i messaggi che ci ha trasmesso attraverso Santa Faustina Kowalska, l’Apostola della sua Misericordia: