LISTA DEI PECCATI CONTRO LA CASTITA’

Il peccato che più facilmente porta all’Inferno è l’impurità. Anche Satana, durante un esorcismo, dovette ammettere: “Tutti quelli che sono là dentro, nessuno escluso, ci sono con questo peccato o anche solo per questo peccato”. Qualche volta, se costretto, anche il diavolo dice la verità! Gesù ci ha detto: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5, 8). Ciò significa che gli impuri non solo non vedranno Dio nell’altra vita, ma neanche in questa vita riescono a sentirne il fascino, per cui perdono il gusto della preghiera, pian piano perdono la fede anche senza accorgersene e… senza fede e senza preghiera non percepiscono più per quale motivo dovrebbero fare il bene e fuggire il male. Così ridotti, sono attratti da ogni peccato. Questo vizio indurisce il cuore e, senza una grazia speciale, trascina all’impenitenza finale e… all’Inferno.

di Padre Raimondo Marchioro
(Francescano conventuale)

Il 6° COMANDAMENTO  
(Non commettere atti impuri)

1) Il sesto comandamento ci proibisce:
di commettere atti impuri di qualsiasi specie e di metterci in occasione prossima di commetterli; il sesto comandamento, inoltre, ci ordina di essere santi nel corpo e cioè di esercitare la virtù della castità.
Ora, prima di tutto cerchiamo di capire che cosa sia l’atto impuro.
L’atto impuro (o di lussuria o venereo o sessuale) è l’eccitazione degli organi sessuali, prodotta, con piena coscienza e volontà, in qualsiasi maniera, in modo tale da provocare l’effusione del seme (polluzione) nell’uomo o del liquido ghiandolare nella donna.
Chi, con piena avvertenza della mente e deliberato consenso della volontà, compie un atto impuro commette un peccato mortale, poiché trasgredisce in maniera grave il sesto comandamento. Costui, infatti, si serve delle forze della vita non per il fine previsto dal Creatore — dare cioè la vita ad un’altra creatura — ma per il piacere egoistico personale. Il commettere un atto impuro significa anche compiere un furto al Creatore, il prendere per sé qualche cosa che non appartiene alla creatura.
Il corpo, infatti, (e tutta la persona) non è esclusiva proprietà dell’uomo: Dio glielo ha dato in prestito, per ché lo gestisca secondo determinate leggi delineate nei dieci comandamenti: è un capitale che l’uomo deve amministrare bene in questa vita, perché possa guadagnare la felicità eterna nel Paradiso.
Il rapporto sessuale è lecito solo al marito e alla moglie, validamente sposati, purché compiano l’atto coniugale rettamente e in nessun modo impediscano la concezione della prole. Non è lecito, pertanto, ad altre persone, compresi i fidanzati, i quali acquistano tale diritto soltanto dopo aver celebrato validamente il matrimonio.

Diverse sono le specie di peccati impuri.
1 – La masturbazione (o peccato solitario) è il peccato impuro commesso da soli.
2 – L’onanismo è il peccato impuro commesso dai coniugi che, nel rapporto coniugale, impediscono in qualsiasi maniera la concezione della prole, oppure fra un uomo e una donna, ma in forma contro natura.
3 – La fornicazione è il rapporto sessuale tra un uomo e una donna non sposati e liberi dai vincoli del l’Ordine Sacro o dei voti o della parentela.
4 – L’adulterio è il rapporto sessuale fra una persona sposata con un’altra, che non è il proprio coniuge sia mentre i rispettivi coniugi rimangono nel matrimonio sia divisi dal divorzio.
5 – L’incesto è il rapporto sessuale tra consanguinei o affini entro i gradi nei quali il matrimonio è proibito dalla Chiesa. (Consanguinei = secondi cugini, cfr. can. 1091, par. 2. Affini = qualsiasi grado solo in linea retta, cfr. can. 1092.)
6 – Il sacrilegio è la profanazione di una persona consacrata a Dio con i voti religiosi o con l’Ordine Sacro mediante un peccato impuro.
7 – Lo stupro è il rapporto sessuale violento con una donna vergine (in senso stretto) o con una non vergine (in senso lato). Per violenza si intende qui non solo quella fisica, ma anche quella morale e cioè contro sua volontà.
8 – Il ratto (o rapimento) è il trasportare violento di una persona da un luogo ad un altro con l’intento di commettere con essa un peccato impuro.
9 – La prostituzione è il prestarsi abitualmente per commettere atti impuri con tutti indistintamente e dietro pagamento.
10 – L’omosessualità (lesbismo o saffismo) è il peccato impuro commesso fra due uomini o due donne.
11 – La bestialità è il peccato impuro commesso con una bestia.

Chi compie con piena avvertenza della mente e deliberato consenso della volontà ciascuna delle suddette specie di impurità commette un peccato mortale contro il 6° comandamento, ma il più delle volte, nello stesso tempo, secondo i casi, commette anche un altro peccato grave o contro la pietà (incesto) o contro la religione (sacrilegio) o contro la natura (sodomia e bestialità). Per es. chi commette un adulterio — commette un peccato mortale contro la giustizia verso il proprio marito (o la propria moglie) e un altro verso il marito (o la moglie) della persona, compagna di peccato se questa è sposata.

2) Il sesto comandamento proibisce di metterci in occasione prossima di commettere atti impuri.
Abbiamo detto che commette un peccato mortale chi, con piena avvertenza e deliberato consenso, compie un atto impuro. Ora dobbiamo aggiungere che commette peccato mortale non solo chi compie un atto impuro, ma anche chi si mette, con grave temerarietà, in occasione prossima di compierlo.
Mettersi in occasione prossima di peccato equivale a porsi in situazioni e circostanze che, si prevede, con molte probabilità, possano indurre a cadere nel peccato impuro. Compiendo quindi determinate azioni, coscienti e volute, noi commettiamo peccato mortale, anche se poi, in realtà, il peccato impuro non ci sarà e commettiamo peccato mortale, perché noi siamo tenuti ad evitare non solo il peccato impuro direttamente, ma anche quelle azioni che indirettamente e prossimamente portano al medesimo.
Per es. se io so che leggendo un libro cattivo, mi eccito in modo tale che, con molta probabilità, cadrò nel peccato impuro, sono tenuto a non leggere quel libro, e se lo leggo, conoscendo il pericolo grave in cui mi metto, commetto un peccato mortale, anche se poi il peccato impuro non ci sarà.
Quello che si è detto per il libro cattivo vale anche per gli spettacoli immorali, per le figure pornografiche, per gli atteggiamenti poco corretti da soli o in compagnia, ecc.
Se le suddette azioni non diventano occasione prossima di peccato, ma solo remota, cioè si prevedo no solo scarse probabilità di cadere nell’atto impuro, allora il peccato non sarà più mortale, ma veniale o addirittura non sussisterà, secondo i casi, a meno che non ci sia stata l’intenzione di arrivare al peccato Impuro.
Le principali e più comuni occasioni o cause di caduta nel peccato impuro sono: gli sguardi, i toccamenti, i baci, gli abbracci, gli atteggiamenti scomposti, i cattivi compagni, i discorsi osceni, le immagini pornografiche, le letture e gli spettacoli immorali, l’ozio, l’intemperanza nel mangiare e nel bere, l’alcool, la droga, ecc.
Tutte queste occasioni o cause hanno una connotazione particolare in relazione alla sensibilità di ciascuna persona: non tutte producono gli stessi effetti in ogni individuo, per es. ciò che per uno potrebbe essere occasione prossima di peccato impuro, per un altro potrebbe diventare solo remota o addirittura non sussistere o quasi.
Ognuno conosce se stesso, la propria sensibilità e le proprie tendenze, perciò deve evitare le occasioni e le cause che, con maggior facilità, possano indurlo al peccato impuro.
Infine bisogna tenere presente che in tutte queste azioni, occasioni e cause deve sempre essere evitato lo scandalo, ossia il cattivo esempio verso coloro che per età o limiti intellettuali o morali potrebbero trarne conclusioni o comportamenti distorti.

3) Il sesto comandamento ci ordina:
di esercitare la virtù della castità, che, anche se tal volta è difficile, è sempre possibile con l’aiuto del Signore.
Ci ordina di essere santi nel corpo, portando il massimo rispetto alla propria e all’altrui persona, che è tempio di Dio, tempio della SS. Trinità.
Rileggiamo i passi seguenti della Sacra Scrittura così chiari al riguardo: “Non sapete voi che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Cor. 3,16).
“Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passione e libidine, come i pagani che non conoscono Dio, che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci ha chiamato all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme, non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito” (1Ts. 4,3-8).
“Gesù gli rispose: ‘Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il padre mio lo amerà, e verremo a lui e dimoreremo in lui” (Gv. 14,2).

Leggi qui: i mezzi per conservare la purezza


IL 9° COMANDAMENTO
(Non desiderare la donna d’altri)

Il nono comandamento:
1- ci proibisce di desiderare la donna d’altri;
2- ci ordina la perfetta purezza dell’anima.

1) Il nono comandamento ci proibisce di desiderare la donna d’altri.
L’espressione “non desiderare la donna d’altri” si deve intendere come la proibizione di qualsiasi specie di pensieri e desideri impuri, che, comunemente, vengono chiamati “pensieri cattivi”.
Il sesto comandamento, come già abbiamo visto, ci proibisce ogni specie di impurità nelle azioni e cioè nel corpo; il nono, invece, ci proibisce ogni sorta di impurità nei pensieri e nei desideri e cioè nello spirito, nell’anima.
Il pensiero impuro è la deliberata compiacenza di quelle azioni, che sono proibite nel sesto comandamento, rappresentate nella mente o nell’immaginazione, senza che vi sia la volontà di compierle.
Il pensiero impuro è peccato, perché ci si diletta di cose proibite dalla legge di Dio, e il peccato è della stessa gravità e della stessa specie dell’azione che ci si rappresenta nel pensiero e di cui ci si compiace.
Il desiderio impuro acconsentito è la volontà di compiere quelle azioni che sono proibite nel 6° comandamento.
Il desiderio impuro acconsentito è peccato della stessa gravità e della stessa specie dell’azione che si desidera compiere.
Non è in nostro potere impedire i cattivi pensieri: essi sono infatti una conseguenza del peccato originale, ma è in nostro potere ed è nostro dovere non accettarli. Altro è il sentire e altro è l’acconsentire. Si commette peccato solo quando si acconsente a questi cattivi pensieri, cioè quando si accettano con la volontà.
Gli sguardi, i toccamenti, i baci, gli abbracci, gli atteggiamenti scomposti, i cattivi compagni, i discorsi osceni, le immagini pornografiche, le letture e gli spettacoli immorali, l’ozio, l’intemperanza nel mangiare e bere, ecc. sono peccato mortale o veniale solo se rientrano negli atti impuri nell’indurre in occasione prossima o remota di compierli oppure se portano a pensieri o desideri impuri. Se non rientrano in questi non sono neppure peccato.

2) Il nono comandamento ci ordina la perfetta purezza dell’anima.
Il sesto comandamento ci ordina la purezza del corpo, imponendoci l’astensione da qualsiasi specie di atti impuri.
Il nono comandamento va più avanti, allorché impone di rigettare subito ogni pensiero e desiderio impuro.
Il nostro corpo e la nostra anima, infatti, sono tempio di Dio, tempio della SSma Trinità.

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